Chiesa di Sant'Agata

La chiesa parrocchiale di Sant'Agata vergine e martire è stata rifatta più volte nel corso dei secoli e ritenuta ormai insufficiente, nel corso del XVIII secolo ne fu decisa la completa riedificazione.

La posa della prima pietra avvenne al termine di una solenne processione il 21 agosto 1757 e l'edificio fu in gran parte completato nel 1759. Una nota dell'archivio parrocchiale datata 1767 informa del completamente degli affreschi, sebbene gli atti della visita del vescovo Lombardi del 1768 rilevano ancora lavori di decorazione in corso.

La chiesa rivela una certa imponenza, mostrandosi interamente in mattoni a vista e modulata seconda canoni barocchi. Il portale risulta incompleto a causa di sopravvenuti dissidi tra autorità civili e religiose. La pianta è vagamente a croce greca, con le braccia laterali immediatamente interrotte conferendole una forma rigonfiata.

L'interno si apre con un maestoso complesso di affreschi decorativi, secondo solo a quello della basilica di Santa Maria della Croce, di cui non si conoscono gli autori ad eccezione del quadrista Orlando Bencetti.

L'aula è dominata dalla grande calotta centrale che proietta, in un cielo lontanissimo sopra balaustrate, una luminosissima Assunzione di gusto tiepolesco. Nelle quattro vele, gli Evangelisti, due dei quali pressoché cancellati dall'umidità. Nella calotta minore sopra l'altare maggiore, Mauro Picenardi (1735-1809) uno tra i più importanti artisti cremaschi del XVIII secolo, vi aveva dipinto la Gloria di Sant'Agata ma, distrutta la cupola da un fulmine nel 1847, il dipinto venne rifatto con le scene del martirio della Santa, alle pareti del presbiterio. Nell'abside campeggia un'Ultima Cena di grandi proporzioni.

Attorno alla nicchia della Madonna, nell'altare a lei dedicato, si ammirano quindici medaglioni con I misteri del Rosario, opera certa del Picenardi, dove i personaggi sono trattati sinteticamente con rapidi guizzi di luce.

Di un anonimo veronese del XVIII secolo è invece la tela di San Vincenzo Ferreri, patrono della Confraternita dei muratori; di scuola settecentesca è anche la Trasfigurazione.

Sopra la bussola del portale maggiore, un'Immacolata con San Francesco e Santa Lucia. Pregevole per fattura il gruppo ligneo della Crocefissione, forse del XVI secolo, recuperato dalla chiesa più antica.

I portali laterali, in noce e radica, sono del Settecento, come il coro ed i due semplici ma eleganti confessionali.

Rilevante anche l'organo Serassi del 1765.

Il campanile si distingue lievemente sotto il punto di vista stilistico: la cuspide, infatti, fu danneggiata dal già citato evento atmosferico del 1847 che la fece crollare sul presbiterio. Fu quindi rifatta su progetto dell'ing. Francioli nel 1862. Possiede una base quadrata con il lato di 5,2 metri ed un altezza di circa 45 metri. Il fusto è diviso in riquadri da lesene: al quarto livello, sulle facciate sud e ovest è collocato l'orologio del diametro di 1,2 metri. La cella campanria contiene 8 campane delle famiglie Crespi e D'Adda, in parte fuse negli anni 1868 e 1890, ed in parte ripristinate nell'immediato dopoguerra dopo le requisizioni avvenute nel periodo bellico.

 

Vista nord-ovest
Vista nord-ovest

 

 

Vista nord-ovest
Vista sud-ovest

 

 

 Ultimo aggiornamento: 06/02/2018
La facciata
La facciata
L'interno
L'interno
Il campanile
Il campanile

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